Daniele, per tutti Dano, parte oggi per un’avventura lavorativa e per un’esperienza che lo terrà dall’altra parte del mondo per almeno qualche anno.
Il saluto di tutto il club a un giocatore storico e esemplare per tutti i verdeblù nelle parole del presidente:
“Va bene, vai pure. Fa’ il bravo e studia. E quando ti senti pronto, torna a casa.
Certo, un po’ ci mancherai, ma sappiamo che qualche anno in Australia, a) non ha mai fatto male a nessuno, basta non dare fastidio ai serpenti, e girare alla larga dalle fidanzate degli isolani, b) ti aiuta a vedere il rugby quello vero, e questo, come si dice, già vale il biglietto.
Quindi prendi appunti, guarda, impara, fa’ domande. Ricordati che là parlano in inglese ma per fortuna guidano a sinistra.
Difficilmente troverai la ‘nduia. Gli aborigeni potranno procurarti altre sostanze stupefacenti. Ma tu non ne abusare.
In fondo penso che tu voglia partire perché non vuoi giocare la partita di addio, quella che a 42 anni ti sussurra nell’orecchio che sei anziano.
Però, detto tra di noi, anziano lo diventi lo stesso, tanto valeva lasciarci la gioia di quelle rughe sempre più profonde, di quella corsa scoordinata e l’affanno delle grandi occasioni scatenato dal passo veloce per prendere il tram.
Quindi: noi ti ricorderemo così come sei, ancora prestante, e con gli 80 minuti di rito nelle gambe, ma tu mandaci foto con frequenza semestrale. Con difficoltà tratterremmo il disappunto quando ti paleserai tra 3 o 4 anni, imbolsito, un po’ curvo, e con la cadenza anglo-calabra.
Io ti tengo in caldo il posto dietro una scrivania, qui al CUS. Mi chiedono il ricambio generazionale. Ma se torni che sembri mio nonno, che figura ci faccio?
Vabbè, Dano, che dire.
Innanzitutto, grazie. Per il tuo impegno, per la tua serietà, per la tua amicizia e per il tuo attaccamento al club.
Poi, bravo. Perché sei un ragazzo libero e curioso.
Infine, in bocca al lupo. Vivrai un’esperienza straordinaria, che saprà ulteriormente migliorarti come uomo.
Mi dispiace non poterlo fare di persona, stasera con i tuoi amici del CUS: ti abbraccio, non dimenticare di dacci notizie di te.”
Sergio